Spesso scopro, rivaluto, comincio ad amare personaggi ai quali per distrazione o pigrizia non ho attribuito in passato la giusta importanza.
E così mi ritrovo a “conoscere” Franca Valeri, partendo dalla coda e cioè da una sorta di biografia, che solitamente è sempre l’epilogo, se non il commiato, di un personaggio.
Libro carino, leggero, in cui l’attrice ripercorre la propria infanzia, l’esordio teatrale, la parentesi (toccata solo di striscio) della guerra.
Ciò che mi ha colpito, di questo libro, è stata la capacità di suscitare in me emozioni nostalgiche; nelle sue parole, che riecheggiano tempi antichi, non posso ritrovare (data la mia relativamente giovane età) episodi a me familiari, ma le sue emozioni sono comunicative, aprono una pericolosa porta, quella che permette alle sensazioni sopite, ai profumi dimenticati, ai ricordi teneri dei parenti andati e degli amici perduti, di investirci come un’onda.
E’ un pericolo che possiamo correre, tutto sommato.
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